19 luglio 2020
Riflessione a Cura di Mons Erminio Villa
VII DOPO PENTECOSTE (A)
VANGELO Lc 13, 22-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
- Non ‘quanti’ si salvano, ma ‘come’ ci si salva
Siamo davanti al Signore, celebriamo la sua bontà, il suo amore, la sua salvezza, cioè crediamo alla sua presenza, contempliamo il suo volto, accogliamo il perdono e la grazia. Questo avviene per noi nell’Eucarestia, segno e strumento dell’infinito amore di Gesù Cristo. Lui che ci ha salvati e ci salva ora e vuole salvare per l’eternità.
Nella parola di Dio c’è l’annuncio dell’amore e della salvezza del Signore per tutti i popoli: “Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore. Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue: essi verranno e vedranno la mia gloria…“. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità…
Ma come si giunge a questa salvezza, come si accoglie? La domanda nel vangelo è: “Signore sono pochi quelli che si salvano?“. Gesù non risponde sulla quantità, ma sul modo come è possibile entrare nella salvezza. Dice: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Larga e spaziosa è la via che porta alla perdizione…“.
Fa tutto un riferimento alla triste realtà, alla tragedia della perdizione, dell’allontanamento da Dio, dell’inferno per sempre. Le espressioni sono molto chiare e dure, con riferimento ad alcune parabole che troviamo in altri testi del vangelo: “Signore, aprici…” (parabola delle vergini sagge e stolte): “Non vi conosco, non so di dove siete“. Ricco epulone e Lazzaro… “I profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori; là sarà pianto…“.
- Come passare per la porta…
Come ciascuno di noi può/deve cercare di entrare nella salvezza del Signore, nella sua vita per sempre? Gesù dice: passando per la porta ‘stretta’.
La porta è stretta, è piccola, è a misura di bambino (se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli). Occorre lasciare tutte le cose ingombranti, l’orgoglio, la presunzione, gli attaccamenti esagerati… per potersi affidare alla bontà del Signore, come un bambino che si affida alle mani del papà.
La porta è stretta, ma aperta. Aperta in questo momento. Quello che Gesù offre non è solo rimandato all’aldilà, ma è salvezza che inizia già ora. E’ un mondo più bello, più umano, dove ci sono costruttori di pace, uomini dal cuore puro, onesti sempre. La vita di tutti è più bella, più piena, più gioiosa, se vissuta secondo il vangelo.
E’ aperta e sufficiente per tanti, tantissimi; infatti la sala è piena, vengono da oriente e da occidente, sono folla. Hanno accolto Dio per mille vie diverse. Dio non si merita, si accoglie. La salvezza è accogliere Dio in me, perché cresca la mia parte divina, ed è così che io raggiungo la pienezza. Avere più Dio equivale a essere più uomo.
La porta è stretta, ma bella, infatti l’attraversano rumori di festa, una sala colma, una mensa imbandita, un turbine di arrivi, di colori, di culture, di provenienze diverse, un mondo dove gli uomini sono finalmente diventati fratelli, senza divisioni. Ma già ora Dio entra in me e mi trasforma (se lo accolgo), mi cambia pensieri, emozioni, parole, gesti. Mi dà i suoi occhi e un pezzo del suo cuore.
Il Dio della misericordia mi insegna gesti di misericordia, il Dio dell’accoglienza mi insegna gesti di accoglienza e di comunione. E li cercherà in me nell’ultimo giorno, e trovandoli, spalancherà la porta.
La Madonna a Fatima ha detto ai tre pastorelli: “Pregate e offrite i vostri sacrifici per la conversione dei peccatori, perché troppi vanno all’inferno perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per loro“. Prego per la salvezza degli uomini? Offro i miei sacrifici perché le persone, chi fa il male, chi è nel peccato si converta e si metta sulla strada della salvezza e non vada perduto?
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don Erminio [ Santuario dell’Addolorata – Rho ]
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