Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa
10 luglio 2022
V DOPO PENTECOSTE (C)
VANGELO Lc 13, 23-29
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Un tale chiese al Signore Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio».
- Il Regno è per tutti
Due immagini potenti: una porta stretta e davanti ad essa una folla che si accalca e preme per entrare.
Poi, con un cambio improvviso di prospettiva, la seconda immagine ci porta oltre quella soglia stretta, immersi in un’atmosfera di festa, in una calca multicolore e multietnica: verranno da oriente e da occidente, da nord e da sud e siederanno a mensa…
La porta è stretta, ma si apre su di una festa. Eppure quell’aggettivo ci inquieta. Noi pensiamo subito che “stretto” significhi sacrifici e fatiche.
Ma il Vangelo non dice questo. La porta è stretta, vale a dire a misura di bambino e di povero: se non sarete come bambini non entrerete…
La porta è piccola, come i piccoli che sono casa di Dio: tutto ciò che avete fatto a uno di questi piccoli l’avete fatto a me…
E se anche fosse minuscola come la cruna di un ago (com’è difficile per quanti possiedono ricchezze entrare nel Regno di Dio, è più facile che un cammello passi per la cruna dell’ago) e se anche fossimo tutti come cammelli che tentano di passare goffamente, inutilmente, per quella cruna dell’ago, ecco la soluzione, racchiusa in una della parole più belle di Gesù, vera lieta notizia: tutto è possibile a Dio (Mc 10,27).
Lui è capace di far passare un cammello per la cruna di un ago, Dio ha la passione dell’impossibile,dieci cammelli passeranno per quel minuscolo foro.
- La porta santa della misericordia
Perché nessuno si salva da sé, ma tutti possiamo essere salvati da Dio. Non per i nostri meriti ma per la sua bontà, per la porta santa che è la sua misericordia.
Lo dice il verbo “salvarsi” che nel vangelo è al passivo, un passivo divino, dove il soggetto è sempre Dio.
Quando la porta da aperta si fa chiusa, inizia la crisi dei “buoni”.
Abbiamo mangiato alla tua presenza (allusione all’Eucaristia), hai insegnato nelle nostre piazze (conosciamo il Vangelo e il catechismo), perché non apri?
Non so di dove siete, voi venite da un mondo che non è il mio.
- L’Eucaristia ci fa ‘pane’ per gli altri
Non basta essere credenti, dobbiamo essere credibili. E la misura è nella vita.
Non basta mangiare Gesù, che è pane, occorre farsi pane per gli altri.
La conclusione della piccola parabola è piena di sorprese: viene sfatata l’idea della porta stretta come porta per pochi, per i più bravi.
Tutti possono passare per le porte sante di Dio. Il sogno di Dio è far sorgere figli da ogni dove, per una offerta di felicità, per una vita in pienezza.
È possibile per tutti vivere meglio, e Gesù ne possiede la chiave.
Lui li raccoglie da tutti gli angoli del mondo, variopinti clandestini del regno, arrivati ultimi e per lui considerati primi.
Il Regno è per tutti, senza privilegi o favoritismi, senza discriminazioni o esclusioni.
Ciò che qualifica il cristiano è la consapevolezza di non essere mai arrivato, di avere costantemente bisogno di un Dio che lo perdona, lo corregge, lo incita e sollecita al bene.
Un cristiano è libero dall’orgoglio e dalla superbia, pieno di solidarietà e amore per gli altri, zeppo di condivisione e fraternità, consapevole che l’essere battezzato non è uno strumento magico di salvezza se non si accetta il dono di Dioe lo si fa crescere sempre con l’impegno e la rinuncia al peccato.
Con le nostre scelte di vita, facciamo in modo che quando busseremo alla porta del Regno, ci sentiamo dire dal Signore: Non c’è bisogno di bussare, la mia porta è già aperta!
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don Erminio