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Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa
9 febbraio 2025
V DOPO L’EPIFANIA (C)
VANGELO Mt 8, 5-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Quando il Signore Gesù fu entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
- Un centurione che prega…
Gesù torna a Cafarnao, città dove si era stabilito. La scena che segue è in relazione con la precedente, in cui Gesù guarisce un lebbroso; anche il centurione pagano è religiosamente impuro, non appartenendo al popolo di Israele.
Coi pagani non si doveva intavolare conversazione; tanto meno si poteva andare a casa loro. Il pagano sorprende Gesù per diversi motivi, ma anche Gesù ci sorprende. Il centurione prega Gesù per un servo che ha in casa, paralitico, con gravi dolori.
È un uomo sensibile e misericordioso. Anche Gesù sorprende, infatti, dopo l’episodio del lebbroso, che mostra come Gesù non rispetti le proibizioni della Legge riguardanti l’impurità, egli dice che è disposto ad andare a casa del pagano e a guarire l’infermo.
La salvezza che Gesù reca è universale e non riconosce frontiere fra uomini o popoli. Con la sua risposta, il centurione si dichiara indegno di ricevere in casa Gesù. È cosciente della propria inferiorità come pagano, ma ciò gli dà occasione di mostrare la qualità della sua fede.
- Un centurione che riconosce l’autorità di Gesù…
Avvezzo ad essere ubbidito, vede in Gesù un’autorità assoluta, capace di sottrarre l’uomo alla paralisi. Gesù sorprende perché non compie nessuna azione nei confronti dell’infermo, infatti il centurione gli chiede soltanto una parola.
In questo episodio l’evangelista Matteo allude alla missione fra i pagani, che senza aver avuto diretto contatto con Gesù sperimentano la salvezza che proviene da lui. Il fatto di non andare in casa acquista allora tutto il suo rilievo.
La presenza fisica di Gesù non è necessaria, la salvezza dei pagani si realizzerà attraverso il messaggio. La fede del pagano suscita lo stupore di Gesù e fa apparire il contrasto con la poca adesione che egli trova in Israele. Gesù vede che il suo messaggio susciterà miglior risposta
fra i non giudei che fra gli israeliti. Quest’ultima osservazione dovrebbe svegliare in noi il senso di una fede sincera in Gesù, capace di dargli buona testimonianza e di portare frutto. Ma possiamo dire dell’altro.
- Il centurione ci fa da maestro…
come ogni persona che compie il vero bene: ci insegnano la cura affettuosa e disinteressata per le persone; l’umiltà davanti a Gesù, la fiducia nella sua parola e la riconoscenza per la sua grazia.
Bello l’incontro di due stupori: quello del centurione e della gente per la guarigione immediata di quel servo e lo stupore di Gesù di fronte alla fede limpida e semplice di un pagano. Ci ricorda che anche Dio si può stupire.
Non dei record mondiali che l’uomo realizza, ma della fiducia in Lui. Questa infatti nasce dalla libertà dell’uomo, che non reagisce automaticamente di fronte agli impulsi di Dio, ma sceglie personalmente di affidarsi, di consegnarsi, di credere.
È questa fiducia che conquista il cuore di Dio. Perché è rara e spesso è affievolita dalla fatica del vivere, dalle domande che non trovano risposta, dai dolori che prima o poi sconvolgono. Ma quando, in barba a tutto questo, rimane fresca e viva, è davvero uno spettacolo che incanta.
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don Erminio