Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa
10 settembre 2023
II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI (A)
VANGELO Gv 5, 19-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita».
- L’opera creatrice continua…
Il vangelo di Giovanni è diverso dagli altri tre. Rivela una dimensione più profonda che solo la fede riesce a percepire nelle parole e nei gesti di Gesù.
I Padri della Chiesa dicevano che il vangelo di Giovanni è “spirituale”, rivela ciò che lo Spirito fa scoprire nelle parole di Gesù.
Un esempio bello di questa dimensione spirituale del vangelo di Giovanni è il passaggio che meditiamo oggi. Gesù spiega il significato profondo della guarigione del paralitico.
Criticato dai giudei per aver curato nel giorno di sabato, Gesù risponde: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero!” I giudei insegnavano che il sabato non si poteva lavorare, poiché perfino Dio si è riposato e non ha lavorato il settimo giorno della creazione (Es 20,8-11).
Gesù afferma il contrario. Lui dice che il Padre ha sempre lavorato fino ad ora. Per questo, anche Gesù lavora, e perfino il sabato. Imita suo Padre!
Per Gesù, l’opera creatrice non è terminata. Dio continua a lavorare, incessantemente, giorno e notte, sostenendo l’universo e tutti noi.
Gesù collabora con il Padre continuando l’opera della creazione in modo che un giorno tutti possano entrare nel riposo promesso.
La reazione dei giudei fu violenta. Volevano ucciderlo per due motivi; per negare il senso del sabato e per dirsi uguali a Dio.
- Gesù è il riflesso del Padre
E’ l’amore che lascia trasparire l’azione creatrice di Dio. Questi versi rivelano qualcosa della relazione tra Gesù ed il Padre. Gesù, il figlio, vive in attenzione permanente dinanzi al Padre.
Quello che vede fare al Padre, anche lui lo fa. Gesù è il riflesso del Padre. E’ il volto del Padre! Questa attenzione totale del Figlio al Padre, fa sì che l’amore del Padre possa entrare totalmente nel Figlio ed attraverso il Figlio possa svolgere la sua azione nel mondo.
La grande preoccupazione del Padre è quella di vincere la morte e di far vivere. La guarigione del paralitico fu un modo per tirar fuori le persone dalla morte e per farle vivere. E’ un modo per dare continuità all’opera creatrice del Padre.
- Il Padre si esprime nelle parole di Gesù
Il Padre non giudica, ma affida il giudizio al figlio. Determinante, nella vita, è il modo in cui ci collochiamo dinanzi al Creatore, poiché dipende radicalmente da lui.
Ora, il Creatore si rende presente per noi in Gesù. In Gesù abita la pienezza della divinità. Per questo, nel modo in cui ci definiamo dinanzi a Gesù, esprimiamo la nostra posizione dinanzi a Dio Creatore.
Ciò che il Padre vuole è che lo conosciamo e gli rendiamo onore nella rivelazione che lui fa di se stesso in Gesù. La vita di Dio in noi mediante Gesù.
Dio è vita, è forza creatrice. Lì dove lui si fa presente, la vita rinasce. Lui si fa presente nella Parola di Gesù. Chi ascolta la parola di Gesù come parola che viene da Dio è già risorto. Ha già ricevuto il tocco vivificante che lo conduce oltre la morte.
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don Erminio