Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa
24 settembre 2023
IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI (A)
VANGELO Gv 6, 24-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Quando la folla vide che il Signore Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
- Tanti tipi di fame
L’uomo nasce affamato, ed è la sua fortuna. Il bambino ha fame di sua madre che lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Il giovane ha fame di amare e di essere amato. Gli sposi hanno fame l’uno dell’altra e poi di un frutto in cui si incarni il loro amore.
E quando hai raggiunto tutto questo e dovresti sentirti appagato, a quel punto: ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te (sant’Agostino).
C’è una fame più grande, fame di cielo, fame di Dio. Fame di amare e di essere amati, fame di felicità e di pace per noi e per gli altri. Fame di vita più grande, più intensa. Eterna!
- Il dono di Gesù per la nostra fame
Ma tu, Gesù di Nazaret, che cosa porti? Grande domanda, la cui risposta è semplice e folgorante: come allora ha dato la manna, oggi ancora Dio dà.
Due parole semplicissime eppure chiave di volta del Vangelo: Dio dà. Dio non chiede, Dio dà. Dio non pretende, Dio offre. Dio non esige nulla, dona tutto.
Un verbo così semplice: dare, che racchiude il cuore di Dio. Dare, senza condizioni, senza un perché che non sia l’intimo bisogno di fecondare, far fiorire, fruttificare la vita.
Poi la risposta si completa: ciò che il Padre dà è un pane che dà la vita al mondo. Uno dei vertici del Vangelo: ciò che dà pienezza alla vita del mondo è un pane dal cielo.
L’uomo è l’unica creatura che ha Dio nel sangue, e nel respiro. Uno dei nomi più belli di Dio: Dio è nella vita datore di vita. Dalle sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile.
E la folla capisce e insieme a noi dice: Dacci sempre di questo pane. La domanda diventa supplica, comando: Dacci! Sempre!
- Credere è assimilare la vita di Dio
Gesù risponde con le parole decisive: sono io il pane della vita. Annuncia la sua pretesa assoluta: io posso colmare tutta la vostra vita. Io sono il divino che fa fiorire l’umano!
Io sono un pane che contiene tutto ciò che serve a mantenere la vita: amore, senso, libertà, coraggio, pace, bellezza.
Credere è come mangiare un pane, lo assaporo in bocca, lo faccio scendere nell’intimo, lo assimilo e si dirama per tutto l’essere:
Gesù in me si trasforma in cuore, calore, energia, pensieri, sentimenti, canto. Il cristianesimo non è un corpo dottrinale, cui aggiungere sempre qualche nuova definizione dogmatica o etica, ma una vita divina da assimilare, una calda corrente d’amore da far entrare.
Perché giunga a maturazione l’uomo celeste che è in noi, affinché sboccino amore e libertà, nel tempo e nell’eterno.
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don Erminio