IL VANGELO DELLA DOMENICA

“… troverete ristoro per la vostra vita…” Mt 11, 27-30

Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa

30 giugno 2024

VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE (B)

VANGELO Mt 11, 27-30
Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, “e troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

  1. La sapienza evangelica

Perché Dio si manifesta di più ai semplici, ai puri di cuore, che non ai sapienti di questos mondo?Perché è amore e Dio lo si comprende solo per la via della fede e dell’amore.

La fede è umiltà davanti a Dio, diffidenza di noi stessi e del ns giudizio sulle cose; l’amore è rinunzia al ns egoismo per aprirci al progetto e alla volontà di Dio.

Dio non è contro la scienza e l’intelligenza umana, ma l’uomo sapiente nelle scienze umane deve accettare umilmente il fatto che Dio supera ogni intelligenza umana, riconoscere di essere sottomesso alla sua volontà: deve mettere al centro della sua vita Dio e non se stesso. Allora anche lui è un “piccolo” nel regno del Padre.

Qual è il segreto della sapienza secondo il vangelo? Ritenerci piccoli, perché solo Dio è grande: questa è la vera sapienza. Non vi sono grandi fra gli uomini, ma solo gente fornita di un potere o di intelligenza, di ricchezza o di gloria più o meno provvisori e ambigui.

Oggi ci sono e domani non ci sono più. Oggi ti pare di essere chissà chi e domani sei messo in disparte dalla storia e cadi nella polvere. Quanti cosiddetti “grandi” abbiamo visto fare questa fine.

Riconoscere che siamo tutti piccoli davanti a Dio oltre che sapienza è anche la vera condizione per risultare simpatici agli uomini. L’orgoglioso può essere temuto, ma non è mai amato, non è in grado di stabilire rapporti di amicizia vera e disinteressata. “Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.

  1. Mitezza e umiltà da imparare

Nel vangelo ci dice quelle parole profonde: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro…”. I poveri, i piccoli, gli umili, i miti sono le persone gradite a Dio. Questo è importante anche per la Chiesa, che dev’essere sempre dalla parte dei poveri.

E siccome la Chiesa siamo tutti noi battezzati, viviamo questo amore e questo servizio ai poveri, ai semplici, ai miti, a quelli che nella società non contano?

“Dio è umile!”. S. Francesco di Assisi è rimasto folgorato da un atteggiamento di Dio, che, in Gesù, si manifesta come un raggio di luce. Ecco l’atteggiamento divino che faceva commuovere il cuore di Francesco: Dio è Umile!

Nelle “Lodi di Dio Altissimo”, Francesco estasiato esclama: tu sei umiltà“! E nelle “Ammonizioni” scrive: “Ecco, ogni giorno Egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno Egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote”.

  1. L’umiltà nasce dall’amore

Perché Dio è umile? Dice la Bibbia: “Dio è amore”. Ma cos’è l’amore? L’amore, nella sua verità divina e non nella caricatura coniata dagli uomini, è dono gratuito di sé: Dio, proprio perché è Amore, è un mistero di Dono infinito.

Per questo Giovanni può scrivere: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

Se questo è il mistero intimo di Dio, noi potremo incontrare Dio, solo avvicinandoci alla sua umiltà.Noi dobbiamo scendere e nel discendere troveremo la sorpresa di incontrare Dio, perché Dio è umiltà.

Charles de Foucauld arrivò ad esclamare: “Mio Dio, un tempo credevo che per arrivare a Te fosse necessario salire: ora ho capito che bisogna scendere, scendere nell’umiltà“. E’ un viaggio che tutti siamo chiamati a fare per poter incontrare Dio.

don Erminio

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