Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa
PASQUA DI RISURREZIONE (C)
17 aprile 2022
VANGELO Gv 20, 11-18
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
- Vedere sommario
È ancora buio quando Maria di Magdala si reca alla tomba di Gesù. Giovanni le riconosce un ruolo unico: è la solitaria testimone del sepolcro spalancato nell’incerto chiarore dell’alba.
Questa donna fa parte del gruppo delle donne “che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità” e lei è la prima menzionata “da lei erano usciti sette demoni” (Lc8,2).
Ma soprattutto ritroviamo Maria di Magdala tra i pochissimi che seguono Gesù fino alla morte e non temono di stare presso il patibolo (Gv 19,25).
Questi cenni ci permettono di ricostruire la personalità di questa donna provata da grande sofferenza e risoluta nel dedicare l’intera sua esistenza, e le sue risorse, a Gesù e alla causa del vangelo.
- Vedere con attenzione
Maria piange presso la tomba perché crede che abbiano portato via il corpo del suo Signore.
Poi si butta ai piedi di Gesù ad abbracciarlo, quasi a volerlo tenere stretto, perché nessuno la separi da Lui ora che l’ha ritrovato.
E Gesù dovrà dolcemente sottrarsi a quell’abbraccio appassionato: “Non mi trattenere” (Gv 20,17).
“Noli me tangere“, diceva la traduzione latina: “Non mi toccare” e molti pittori hanno fissato
Maria che si protende verso Gesù che invece con un gesto della mano la tiene a tiene a distanza.
È invece il primo contatto tra il Risorto, il suo corpo ormai sottratto alla morte e la nostra umanità ancora segnata dalla morte, eppure chiamata alla risurrezione.
- Vedere con fede
Questo primo incontro del Risorto racchiude due caratteristiche a prima vista incompatibili.
– Il Risorto non è un fantasma, un’allucinazione, una visione interiore suscitata da un grande amore ormai spezzato dalla morte. Il Risorto è corporalmente vivo e l’abbraccio di Maria lo attesta.
– Eppure non bastano gli occhi per riconoscere il Risorto.
Maria di Magdala che pure aveva ben impresso nella memoria e nel cuore il volto di Gesù, non lo riconosce e lo scambia per il custode del giardino.
Ugualmente la sera di quello stesso giorno, due discepoli che, rassegnati, fanno ritorno al loro villaggio, Emmaus, camminano a lungo con Gesù che si è affiancato al loro cammino e non lo riconoscono.
Occorre quello sguardo che è la fede per riconoscere il Risorto che è certamente l’Uomo che hanno conosciuto, seguito e amato, eppure il ricordo del suo volto non basta per riconoscerlo.
La risurrezione infatti non è tanto il ritorno alla vita di un cadavere: è la misteriosa presenza di quell’uomo che è stato messo a morte ma che Dio ha risuscitato perché sia per sempre e per tutti l’unica definitiva speranza.
Di questa certezza Maria è la prima testimone e la prima annunciatrice.
- Tappe del cammino sisnodale
Papa Francesco lo ha ripetutamente evocato: Davvero curiosa questa immagine di donna appassionata e coraggiosa: come una fedele (laica) che sveglia i pastori e mette tutti in cammino.
Si va da un “vedere sommario” che fa la Maddalena quando guarda la scena del sepolcro vuoto (così ci guardiamo attorno per leggere la realtà in cui viviamo) al “vedere con attenzione”, che è un osservare con il cuore, un sentire dentro quanto viviamo.
Infine “vide e credette”, perché riesce a dare alle cose la sua grandezza e finalità (che è Cristo).
Cammino di fede è ammirare il tutto per cogliere l’essenziale e giungere a Dio.
E’ un cammino sinodale: guardare il territorio con ammirazione
sentire il nostro cuore con passione – donare la nostra vita per amore.
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don Erminio